Datalogic: anche i licenziamenti diventano preventivi

Datalogic, azienda multinazionale con sede a Lippo di Calderara che occupa oltre 600 dipendenti in Italia e circa 2.000 nel mondo, ha deciso di chiudere lo stabilimento di Quinto di Treviso e di lasciare a casa i 95 dipendenti occupati.

Nonostante il fatturato che nel 2010 è cresciuto di circa il 30% rispetto all’anno precedente ed una previsione di ulteriore crescita del 10% per l’anno in corso, l’azienda ha comunicato che intende chiudere la divisione “Mobile” di Treviso.

Ciò non perché l’azienda vada male, anzi, ma perché, secondo la direzione aziendale, si prevede che nei prossimi tre anni la concorrenza sarà ancora più dura e ciò renderebbe necessario delocalizzare, già da oggi, la produzione in Vietnam.

Insomma veri e propri “licenziamenti preventivi”.

Solo alcuni mesi fa l’azienda aveva chiesto di attivare in quello stabilimento forme di flessibilità di orario motivando tale richiesta per rispondere meglio alle esigenze dei clienti. Oggi appare chiaro invece qual’era la vera ragione: fare scorte di magazzino in previsione della vertenza sindacale. L’ennesima dimostrazione di come il lavoro è considerato nient’altro che merce.

Già venerdì 27 in concomitanza con la comunicazione aziendale, i lavoratori della sede di Calderara hanno effettuato un’ora di sciopero mentre i dipendenti della sede di Monte San Pietro hanno scioperato lunedì 30 dopo un’assemblea molto partecipata.

Il giorno 7 è stato proclamato uno sciopero di tutta la giornata di tutti i lavoratori degli stabilimenti italiani che manifesteranno di fronte alla sede principale di Datalogic a Lippo di Calderara.

Il giorno 8 giugno è stato convocato un incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico per analizzare la situazione.