La Cisl di Bologna si schiera a favore delle scuole private a pagamento. La nostra replica..
E’ proprio vero. Ogni giorno ha la sua pena. Con grande sofferenza intellettuale leggiamo oggi quanto dichiara il Segretario della Cisl di Bologna in merito al referendum che si terrà il 26 maggio sulla destinazione dei fondi pubblici alle scuole private: “Il referendum è una vera e propria assurdità, senza alcun senso, (…) il quesito è contorto e depistante. (…) Si rischia che a vincere sia ancora una volta la demagogia, il vero problema sono le liste di attesa, ecc., ecc., ecc., “
Ebbene, la Fiom-Cgil di Bologna sa perfettamente quanto disprezzo il Segretario della Cisl provi nei confronti della democrazia, come dimostra tutta la vicenda Fiat; e sa bene quanto, per Alberani, far votare i lavoratori sulle questioni che li riguardano (magari, perché no? un Contratto Nazionale, un accordo aziendale) sia da ritenersi un’ azione profondamente contro natura. Non sapevamo però che persino il voto dei cittadini venisse considerato, dal segretario della Cisl, alla stregua di un atto impuro. Ora è però giunto il momento che anche Alberani e la Cisl comprendano che siamo negli anni 2000, e che nel 2000 le persone vogliono partecipare, vogliono esprimere la propria opinione, giusta o sbagliata che sia. Motivo per cui, un referendum, qualunque interrogativo ponga, deve essere trattato con il necessario rispetto.
Poi, è vero, i lavoratori comprendono chiaramente che per uno come lui, abituato solo a firmare e firmare e firmare (di tutto, e senza dover rendere conto a nessuno), l’atto di apporre una semplice crocetta su un foglio possa risultare di difficile comprensione, addirittura qualcosa di “assurdo e contorto”; ma provi a far finta che glielo abbia ordinato Marchionne e vedrà che tutto gli sembrerà più agevole, persino piacevole, forse.
L’ omelia si conclude poi con un appello ai “cugini” della Cgil per un accordo provinciale sulle elezioni dei delegati nelle aziende per ritrovare l’ unità sindacale.
Vorremmo ricordare ad Alberani che se invece di lanciare appelli alle organizzazioni sindacali, si facessero discutere e votare i lavoratori (che di quelle organizzazioni sono i legittimi proprietari, e non viceversa, sia chiaro) si troverebbe sicuramente una soluzione ragionevole e non burocratica al problema della rappresentanza nelle fabbriche. Figuriamoci, magari potremmo pure cancellare un scempio come quello Fiat-Marelli a causa del quale sindacati come la Cisl non solo possono nominare i propri delegati senza fare pubbliche elezioni e certificare il voto, ma possono addirittura cacciare fuori (in perfetta complicità col prepotente di turno: la Fiat) il sindacato di gran lunga più rappresentativo: la Fiom-Cgil.
Per tutte queste ragioni, assurde per Alberani, di buon senso per noi, la Fiom-Cgil di Bologna, pur sostenendo con forza le ragioni dei referendari, non si schiera tanto con questo o quel comitato, con questo o quel referendum, bensì per il diritto di tutti i cittadini a esprimere liberamente la propria opinione. Magari anche in Fiat. Magari anche a Bologna.