II furto delle pause..
Che bel regalo hanno ricevuto per il Primo Maggio i lavoratori e le lavoratrici della Magneti Marelli di Crevalcore!
Tornati oggi al lavoro scoprono che i sindacali aziendali (i cosiddetti “firmatari”) e cioè la FIM- CISL e la UILM-UIL hanno raggiunto un accordo su un verbale di incontro che taglia di netto la durata delle pause durante i turni di lavoro.
In quel verbale (che ai lavoratori ad oggi non è dato conoscere) sono contenute, leggiamo sui quotidiani, notizie sicuramente positive come gli investimenti futuri sul sito di Crevalcore e l’annuncio di dieci stabilizzazioni di rapporti di lavoro entro la fine del 2015 (per accedere agli sgravi fiscali introdotti con la legge finanziaria).
Però bisogna dire la verità: oggi a Crevalcore c’è una presenza dei lavoratori precari (71 interinali) pari al 25% sul totale dei dipendenti e al 40% per quanto riguarda la produzione, che va ben oltre ogni logica e buon senso. Inoltre dieci assunzioni sul 2015 sono una notizia positiva, ma non sono sufficienti nemmeno a coprire il turnover che si è registrato negli ultimi tre anni e i prossimi pensionamenti sempre nel corso di quest’anno.
La FIOM CGIL chiede a questo proposito, anche sulla base di quanto emerso nelle assemblee che si sono svolte il 24 aprile scorso, alla Direzione aziendale della Magneti Marelli di definire, come si fa in tutte le aziende serie, un piano condiviso di stabilizzazioni su un periodo di tre anni.
E infine le pause.
Siamo di fronte ad un taglio secco delle pause del quale siamo venuti a conoscenza leggendo un comunicato in bacheca, perché la FIOM CGIL di Bologna e i delegati sindacali della FIOM in fabbrica sono stati accuratamente tenuti fuori dal tavolo di trattativa, nonostante le sentenze del Tribunale di Bologna e poi della Corte Costituzionale che hanno condannato la FIAT per discriminazione.
In fonderia – circa metà fabbrica– si passerà dai 67 minuti al giorno di pausa attuali, a 50 minuti dall’11 maggio 2015 e si arriverà a regime a 30 minuti dal mese di luglio. Nel reparto plastica e in tutte le altre aree si passerà dagli attuali 45 minuti al giorno a 30 minuti.
Un capolavoro.
Se pensiamo che la fonderia di alluminio non è di certo una candida linea di montaggio ma un posto di lavoro pesante, sporco, oltremodo caldo e maleodorante, forse capiamo che i 67 minuti di pausa, riconosciuti da oltre 40 anni agli operai di questo reparto, non sono stati di certo un regalo, ma il modo per rendere sopportabili le dure condizioni di lavoro. Ancora oggi infatti vi sono presse manuali, si svolgono operazioni di limatura ed il reparto è in condizioni pietose tra fumane, perdite di olio e sporcizia accumulata che hanno già generato sporadici incendi.
Sembra che a fronte del taglio delle pause, l’Azienda corrisponderebbe una monetizzazione mensile del valore dei minuti di pausa cancellati.
Questa trattativa con la Direzione Magneti Marelli i sindacati aziendali l’hanno svolta senza aver ricevuto alcun mandato dalle lavoratrici e dai lavoratori – i veri interessati di quanto discusso – e sembra che solo mercoledì prossimo sarà convocata un’assemblea meramente informativa per annunciare ai lavoratori i peggioramenti decisi.
La FIOM CGIL e i delegati sindacali della FIOM ritengono che ogni decisione riguardante le condizioni di vita e di lavoro in fabbrica debba essere sottoposta al voto dei diretti interessati e che il sindacato debba essere un soggetto che rappresenta i lavoratori, non il passacarte dell’azienda. Altrimenti non si tratterebbe di un accordo – che per essere tale deve avere la legittimazione di chi si dichiara a parole di rappresentare – ma di un furto.
Il furto delle pause arriva dopo il furto del contratto nazionale e il furto di un modello sindacato libero e fondato sul diritto dei lavoratori di decidere su quanto li riguarda.
Bologna, 4 maggio 2015