La crisi continua a mordere Bologna e l’Emilia Romagna

Durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi presso la sede della Fiom di Bologna, Bruno Papignani, Alberto Monti, insieme ai delegati e ai funzionari sindacali delle aziende coinvolte dalla crisi, hanno illustrato ai giornalisti la complessa situazione che sta attraversando Bologna e l’Emilia-Romagna dal punto di vista produttivo e occupazionale. Bruno Papignani ha rilevato che in Emilia Romagna, solo nel settore metalmeccanico, i posti di lavoro a rischio sono tra i 4mila e i 5 mila, mentre a Bologna si possono quantificare tra i 1500 e i 2000. Per quanto concerne Bologna numerose sono le vertenze aperte: dalla Stampi Group di Monghidoro (i cui lavoratori, stremati, presidiano i cancelli dell’azienda da quasi 200 giorni), alla BredaMenarinibus; dalla Selcom all’Alstom; dalla Demm alla Imt, entrambe del gruppo Paritel. Quello che emerge, sottolinea Alberto Monti, è che tutte le crisi sono riconducibili a problemi di carattere finanziario che poi si ripercuotono sulle attività produttive. Emblematico è il caso della Selcom, che avrebbe tutte le condizioni (professionalità elevate, commesse, eccetera) per continuare a produrre a pieno regime, ma le difficoltà finanziarie del gruppo l’hanno condotta su una china pericolosissima. Alberto Monte ha espresso preoccupazione per quanto concerne le prospettive del tessuto economico bolognese. Senza industria, dice Monti, Bologna non ha futuro. Proprio per questo è necessario capire cosa intenda fare a tal proposito la Città metropolitana, ovvero se privilegiare certe politiche a favore della “viabilità”, oppure se sostenere il tessuto produttivo con serie politiche industriali.

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