Industria Italiana Autobus l’azienda presenta un piano “prendere o lasciare”
Che oggi sarebbe stato un incontro difficile era chiaro da tempo, la tensione dei lavoratori degli stabilimenti ex Bredamenarini e ex Irisbus si è manifestata con assemblee e iniziative utili ad ottenere l’applicazione degli accordi siglati presso il Mise nel 2014. Ma oggi, 19.04.17, nonostante il lavoro della direzione del Ministero, al tavolo erano presenti oltre all’azienda e alle delegazioni sindacali solo le istituzioni regionali e comunali, mentre Governo e Invitalia non hanno partecipato ad un incontro che già nelle premesse spiegate dalla direzione aziendale è dirimente per il futuro stesso del progetto.
La direzione aziendale nonostante non abbia ottemperato a quanto sottoscritto nelle intese sia per i lavoratori di Bologna che della Valle Ufita, nonostante entrambi gli stabilimenti siano fermi, pur essendoci le commesse, per procedure di cassa integrazione per avviare la riorganizzazione e ristrutturazione, nonostante abbia in parte prodotto autobus fuori dal nostro Paese, oggi al tavolo ha posto delle condizioni senza le quali il piano si bloccherebbe. Tra le condizioni ci sarebbero: commesse per 550 autobus per anno, un finanziamento per la liquidità, per i lavoratori di Bologna il prolungamento della cassa, la riduzione del personale indiretto di produzione, la riduzione dei salari complessivi, un sostegno alla ricerca e sviluppo delle regioni competenti. Secondo la direzione aziendale senza queste precondizioni fallirebbe il progetto.
Di fronte alle comunicazioni aziendali la Fiom ha chiesto che vista la gravità della situazione è fondamentale la presenza del Governo al prossimo incontro che si terrà nella prima settimana di maggio. La Fiom ha dichiarato che la direzione aziendale a fronte del rispetto di quanto stipulato e delle azioni intraprese a sostegno dalle istituzioni non può in alcun modo porre un aut aut. Non c’è nessun prendere o lasciare ma la disponibilità a un confronto a partire dal rispetto degli accordi che prevedono il ritorno al lavoro delle maestranze. Oggi, tutte le strumentalizzazioni sulla presunta contrapposizione tra i lavoratori dei due siti, alimentate nelle scorse settimane sono state spazzate via perché è del tutto chiaro che i due siti non possono vivere l’uno senza l’altro. La stessa direzione aziendale ha quantificato nel piano con 130 mezzi per Bologna e 420 per Flumeri l’obiettivo da raggiungere dal punto di vista produttivo. La FIOM proporrà assemblee unitarie con i lavoratori sia a Bologna che in Valle Ufita per informare e preparare il prossimo incontro, la professionalità e la capacità dei lavoratori dei due stabilimenti sono il valore aggiunto che non può essere messo in discussione con ipotesi di scambio tra diritti e lavoro, nei mesi scorsi troppe volte si sono festeggiate false partenze, ora è il momento di aprire i cancelli e tornare a produrre.