XI° Congresso FIOM-CGIL Bologna: Relazione di Michele Bulgarelli
Buongiorno a tutte e a tutti, compagne e compagni, gentili ospiti e invitati
Questo è l’XI congresso della FIOM di Bologna, che si svolge all’interno del percorso che ci porta al XXVII Congresso nazionale della FIOM e al XVIII Congresso della CGIL, perché – come abbiamo ricordato anche alle nostre iscritte e ai nostri iscritti nelle assemblee nei luoghi di lavoro – il Congresso della FIOM è dentro e parte del Congresso della CGIL.
Sembra scontato ma non lo è. Anzi, è un valore da ricordare e affermare, il fatto che nell’epoca della disintermediazione, noi – la FIOM e la CGIL – ogni quattro anni azzeriamo tutti i gruppi dirigenti e andiamo dai nostri iscritti e dalle nostre iscritte, a discutere la strategia della CGIL per cambiare lo stato di cose presenti. Penso sia l’unico modo per provare ad evitare che aumenti il distacco tra le persone che lavorano e le strutture della rappresentanza, a partire dal sindacato.
Un congresso che non è un rito ma è un valore, anche perché per la prima volta siamo arrivati alle assemblee nei luoghi di lavoro avendo alle spalle una discussione sulla traccia di quello che poi è diventato il documento congressuale che ha coinvolto oltre 20.000 compagni e compagne (di cui più di metà delegati di produzione) in 1.497 assemblee – tutte verbalizzate-.
Un congresso che deve affrontare due grandi questioni, avendo alle spalle una valutazione su quanto è avvenuto negli ultimi anni e con un riferimento alla attuale situazione sociale, politica ed industriale: la prima, quale strategia sindacale per i prossimi anni per riunificare il lavoro e, la seconda, come affermare una identità forte della CGIL intorno al valore dell’Uguaglianza.
Abbiamo svolto oltre 900 assemblee, un risultato straordinario che ci ha permesso di coinvolgere la stragrande maggioranza delle nostre iscritte e iscritti nei luoghi di lavoro.