La manifestazione di oggi a Porretta Terme ha coinvolto, oltre alle Lavoratrici ed ai Lavoratori della Saeco, anche la cittadinanza, gli studenti ed i commercianti. É la dimostrazione che la crisi Saeco, affrontata come vorrebbe la Philips, metterebbe in crisi l’intero sistema dell’Appennino Tosco Emiliano che, viceversa, ha bisogno di nuove infrastrutture, di scuole indirizzate a costruire le figure professionali necessarie e dunque di industrie di cui la Saeco è parte inscindibile.
Philips deve assolutamente ritirare qualsiasi piano di esuberi e concentrarsi su un piano industriale dove gli stabilimenti di Gaggio siano perno nella nuova strategia produttiva, anche diversificata, della Philips.
Abbiamo chiesto che queste posizioni siano fatte proprie dal Governo e dalla Regione Emilia Romagna.
Philips non può, in funzione delle proprie speculazioni finanziarie, espropriare l’Appennino dei propri patrimoni per continuare a delocalizzare.
Noi abbiamo bisogno di industria, Philips invece fa mercantilismo. Se Philips non è interessata a lavorare per lo sviluppo di Gaggio, lasci gratuitamente i terreni, gli stabili, i marchi e le tecnologie dove li ha trovati e si cerchi un’alternativa seria per la continuità dell’attività e dell’occupazione.
Se si insiste sui licenziamenti, forzando con azioni unilaterali o non condivise, credo che i lavoratori e le lavoratrici della Saeco, con il supporto di tutta la comunità, dovrebbero prendere in seria considerazione l’occupazione degli stabilimenti. In quel caso la FIOM sarà al loro fianco.
Con questo spirito la FIOM parteciperà a tutti i tavoli che affronteranno il problema.
Credo sia giunto il momento in cui i comuni dell’Appennino e la Regione Emilia Romagna, insieme alle parti sociali, diano vita ad un tavolo di confronto per affrontare problemi e necessità di questo territorio.
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