Cgil e oltre 100 associazioni per l’attuazione della Costituzione: per prenotare il tuo posto in pullman info@fiom-bologna.org 051248210

Il percorso di agitazione avviato dalla Cgil ha già visto due importanti e partecipatissimi momenti di Piazza il 6 Maggio a Bologna e il 24 Giugno a Roma che si sono intersecati con lo sciopero unitario e nazionale dei metalmeccanici del 7 Luglio.

Le rivendicazioni  che abbiamo avanzato per tutelare il salario dall’inflazione, garantire un fisco equo e sostenibile, difendere il nostro sistema industriale, sostenere il welfare pubblico, salvare il nostro sistema sanitario universale sono rimaste inascoltate e quando il Governo è intervenuto, lo ha fatto senza un reale coinvolgimento del Sindacato, ignorando e andando in direzione completamente contraria a quanto richiesto da milioni di lavoratori e pensionati. 

Ancora troppi contratti nazionali non sono stati rinnovati mentre l’inflazione e la crescita dei tassi di interessi continuano inesorabilmente a impoverire i nostri salari. 

Per questo non possiamo e non dobbiamo fermarci, il 7 Ottobre torneremo in Piazza per “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione”, la mobilitazione lanciata da più di 100 associazioni e reti, che a loro volta raccolgono tantissime realtà della società civile, tra cui anche la Cgil, per sabato 7 ottobre a Roma con concentramento alle ore 14:00.

In preparazione della manifestazione, stiamo programmando assemblee in tutti i posti di lavoro e nei territori per una consultazione straordinaria delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, delle donne e dei giovani, affinché siano protagonisti di una battaglia comune per unire e cambiare il Paese, dando vita a un nuovo modello di sviluppo.
IL QUESITO E’ CHIARO:

Condividi le proposte rivendicative contenute nel documento predisposto dalla CGIL nazionale, avanzate e da avanzare nei confronti del Governo e del sistema delle imprese, nonché l’utilità di sostenerle con la mobilitazione e, se sarà necessario, con lo sciopero generale?

Ma quali sono le nostre proposte?

Scarica il documento rivendicativo completo

1. Aumentare gli stipendi ed introdurre il salario minimo.

Aprire una vertenza generale (coordinata e trasversale con tutte le categorie e in tutti i settori) per tutelare ed aumentare il potere di acquisto di salari e pensioni, oggi falcidiati da un’inflazione tra le più alte d’Europa, causata dai troppi profitti, dalla speculazione, da un aumento incontrollato di prezzi e tariffe, dalla folle guerra avviata dalla Russia contro l’Ucraina. 

Al Governo e alle imprese chiediamo di: 

  • Rinnovare urgentemente tutti i contratti collettivi di lavoro pubblici e privati, con incrementi capaci di tutelare ed aumentare il valore reale dei salari nel rapporto con l’inflazione;
  • Introdurre l’indicizzazione automatica all’inflazione reale delle detrazioni da lavoro e da pensione (cosiddetta restituzione del fiscal drag) e l’estensione della quattordicesima mensilità per i pensionati; 
  • Estendere e rendere strutturale la decontribuzione che è attualmente in vigore solo per i redditi fino a 35.000 euro e scade a dicembre 2023
  • Concentrare tutti gli incentivi pubblici a sostegno della contrattazione collettiva in una unica misura capace di tassare in maniera ridotta gli aumenti salariali definiti nei contratti nazionali pubblici e privati, in quanto unico strumento contrattuale a carattere universale;
  • Definire una legge sulla rappresentanza per cancellare i contratti pirata, che assegni alle lavoratrici e ai lavoratori il diritto di votare tutti gli accordi che li riguardano e che estenda a tutte le forme di lavoro l’efficacia obbligatoria dei trattamenti economici complessivi e normativi contenuti nei contratti nazionali di lavoro firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative. In questo ambito, introdurre il salario minimo e stabilire una quota salariale oraria minima valida per tutti i contratti al di sotto della quale nessuno può essere pagato; 
  • Abbattere il divario retributivo che penalizza le donne anche utilizzando e migliorando gli strumenti di misurazione della qualità e quantità della loro partecipazione nel mondo del lavoro;
  • Non erogare contributi pubblici alle imprese che non applicano i contratti nazionali così definiti e prevedere sanzioni e vincoli per superare i ritardi nei rinnovi contrattuali, compresa l’introduzione di una indennità di vacanza contrattuale.
2. Fisco e lotta all’evasione. 

Una vera riforma fiscale che, contrariamente a quella indicata dal Governo nella recente legge delega approvata in parlamento, sia capace di: 

  • Contrastare fino a cancellare un’evasione fiscale e contributiva che nel nostro Paese sottrae, ogni anno, fino a 100 miliardi di euro alle casse dello Stato. 
  • Basta sanatorie, basta condoni, basta regimi sostitutivi e agevolati che nei fatti portano a difendere settori economici che presentano una propensione all’evasione del 70%; 
  • Sostenere il reddito da lavoro e da pensione a partire dalle rivendicazioni prima richiamate, allargare la base imponibile dell’Irpef ai redditi oggi esclusi, rafforzare il principio della progressività e della capacità contributiva contenuti nella nostra Costituzione. 
  • Per questo diciamo NO alla flat tax e alla riduzione degli scaglioni: chi più ha più deve pagare.
  • Non è più accettabile che l’Irpef al 95% sia pagata dai lavoratori dipendenti e dai pensionati e che, a parità di reddito annuo, la tassazione sul lavoro dipendente sia al 40% mentre sulle rendite finanziarie e immobiliari sia attorno al 20% e sul lavoro autonomo e sui professionisti al 15%. Misura quest’ultima che oltre ad essere ingiusta favorisce nei fatti gli alti redditi anche nel lavoro autonomo e sui professionisti; 
  • Si tassino strutturalmente gli extraprofitti, le grandi ricchezze, le rendite finanziarie e immobiliari; 
  • Non si cancelli l’Irap per le imprese perché serve a finanziare il Servizio Sanitario Nazionale che per noi deve essere pubblico e universale; 
  • Si rafforzi il sistema della riscossione e la messa in rete delle varie banche dati. 

3. Investire sui giovani e cancellare la precarietà.

Superare la precarietà e contrastare lo sfruttamento che porta le persone ad essere povere anche lavorando, è l’unico modo oggi per investire sulle nuove generazioni e per dare un futuro al nostro Paese.
Garantire il diritto allo studio come indicato nella nostra Costituzione anche attraverso investimenti mirati per servizi e alloggi.
La regola deve tornare ad essere il lavoro stabile a tempo indeterminato e va definito un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori che sancisca la parità di diritti e di tutele tra tutte le persone che lavorano sia con rapporto di lavoro subordinato che con rapporto di lavoro autonomo.
Ciò significa modificare la legislazione esistente e cancellare diverse forme contrattuali (ad esempio: lavoro a chiamata, voucher, intermittente, false partite iva, ecc..), reintrodurre le causali sui contratti a termine, limitare il part-time involontario e definire misure di sostegno adeguato per i part-time, definire un unico contratto di ingresso al lavoro fondato sulla formazione con l’obiettivo della stabilità. Significa portare a compimento la disciplina sull’equo compenso per i lavoratori autonomi ed estendere e rafforzare prestazioni e tutele.
Anche questo nuovo Governo sta aumentando la precarietà. Noi intendiamo contrastare le scelte fin qui fatte anche in materia di cancellazione di una misura universale come il Reddito di Cittadinanza e la reintroduzione del subappalto a cascata negli appalti pubblici. È il momento di intervenire anche con una nuova legislazione per colpire le false cooperative che riproducono la logica del massimo ribasso nel sistema degli appalti dove l’unico riferimento per noi deve essere l’applicazione dei CCNL di settore comparativamente più rappresentativi. Come è necessario estendere regole e tutele certe al sistema degli appalti nei settori privati.

4. Pensioni.

Al Governo rivendichiamo una vera riforma delle pensioni che superi la Legge Monti-Fornero introducendo la flessibilità in uscita da 62 anni di età o 41 anni di contributi (altro che quota 103!), la pensione contributiva di garanzia per i giovani, precari e discontinui, il principio che i lavori non sono tutti uguali a tutela di quelli gravosi e precoci, il riconoscimento del lavoro di cura e della differenza di genere e la piena tutela del potere d’acquisto delle pensioni in essere: basta fare cassa sulle pensioni delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti!

5. Stato Sociale pubblico e universale. 

Al Governo chiediamo di aumentare il finanziamento per uno Stato Sociale pubblico e universale capace di garantire il diritto di tutte le persone alla salute, all’istruzione e alla formazione permanente, all’abitare, a vivere in un ambiente sano e sicuro. 

Ciò significa anche attraverso una vera lotta all’evasione fiscale, garantire investimenti e risorse correnti per: 

  • Difendere e rilanciare il Sistema Sanitario Nazionale e il Sistema sociosanitario, pubblico e universale a cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative a tutela del diritto alla salute delle persone e della comunità; 
  • Un piano straordinario di assunzioni nella sanità ed in tutti i settori pubblici e della conoscenza che stabilizzi i lavoratori precari ed aumenti il personale sanitario e scolastico superando le drammatiche carenze ed i divari esistenti, anche riorganizzando l’assistenza territoriale;
  • Rilanciare il ruolo della prevenzione e della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per fermare le morti sul lavoro; 
  • Cancellazione della legge Bossi-Fini e definizione di nuove politiche di accoglienza e integrazione dei cittadini migranti; 
  • Adottare una legge sulla non autosufficienza per dare risposte universali ai bisogni crescenti;
  • Contrastare povertà e disagio anche ripristinando una misura di carattere universale;
  • Ripristinare il fondo sugli affitti e per la morosità incolpevole ed agire con il sistema bancario per ridurre il costo dei mutui sulla casa, incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica;
  • Un piano straordinario nazionale di rigenerazione urbana delle città, di cura e manutenzione del territorio. 
6. Politiche industriali, dello sviluppo, della transizione ecologica ed energetica, per l’occupazione.

Al Governo chiediamo una nuova strategia di politiche industriali per affrontare le crisi vecchie e nuove a partire dalle mobilitazioni e dalle proposte messe in campo dalle nostre categorie. È il momento di unificare la mobilitazione per ricostruire, riconvertire ed innovare il nostro sistema produttivo di fronte alle sfide della transizione ambientale, energetica, demografica e della rivoluzione tecnologica e digitale per difendere ed incrementare la qualità e la quantità dell’occupazione a partire dai giovani, le donne e per valorizzare le potenzialità del Mezzogiorno.
Nuove strategie capaci di delineare politiche di sistema nei servizi, nel terziario, nel turismo, nella valorizzazione dei beni culturali, anche attraverso una vera integrazione delle nostre reti e infrastrutture materiali e immateriali.
Tutto ciò non può essere lasciato semplicemente al mercato, serve un nuovo intervento pubblico per un nuovo modello di sviluppo fondato sulle fonti rinnovabili.
Rivendichiamo la costituzione di una vera e propria “Agenzia per lo Sviluppo” a livello nazionale, capace di interloquire anche a livello europeo per costruire un modello di sviluppo sostenibile ambientalmente e socialmente assumendo l’obiettivo della piena occupazione.
Per queste ragioni abbiamo sempre considerato gli investimenti del PNRR una opportunità fondamentale e non ripetibile per cambiare il nostro Paese.
Per questo siamo preoccupati e giudichiamo negativamente il modo con cui il Governo sta gestendo questo progetto senza alcun coinvolgimento delle parti sociali e non raggiungendo, per ora, l’obiettivo di creare occupazione per giovani, donne e nel Mezzogiorno.
La CGIL non condivide la scelta fatta dal Governo di tagliare gli investimenti previsti nel PNRR in materia di sostenibilità ambientale, messa in sicurezza del territorio, efficienza energetica, contrasto al degrado sociale, inclusione sociale, sanità, affermazione della legalità e utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. 

7. La via maestra insieme per la Costituzione. 

È il momento di applicare i principi ed i valori della nostra Costituzione per cambiare davvero il nostro Paese mettendo al centro la persona, il lavoro, la giustizia sociale e la legalità, la solidarietà, la pace, la salute, l’ambiente e la cultura.
Applicare la Costituzione significa, per la CGIL, battersi concretamente per rimuovere gli ostacoli che impediscono l’uguaglianza e la partecipazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori alla vita politica, economica e sociale del Paese (art. 3), per il diritto al lavoro (art. 4), per la tutela dell’ambiente, del paesaggio e lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica (art. 9), per il ripudio della guerra (art. 11), per il diritto alla salute (art. 32), all’istruzione pubblica (art. 34), per un salario giusto e dignitoso (art. 36), per la libera rappresentanza sindacale e la validità erga omnes dei contratti collettivi nazionali (art. 39), per i vincoli sociali e ambientali alla libertà di impresa (art. 41), per il diritto dei lavoratori ad un fisco progressivo fondato sulla capacità contributiva di ognuno (art. 53).
Con coerenza, la CGIL ha sempre contrastato qualsiasi Governo che in questi anni ha cercato di cambiare e stravolgere la nostra Costituzione anziché attuarla.
Una Costituzione democratica e antifascista nata dalla lotta di resistenza.
Per queste ragioni siamo contrari anche a quanto l’attuale Governo intende fare in materia di autonomia differenziata, di presidenzialismo e di attacco all’indipendenza della Magistratura.
Per rispondere alla crisi della rappresentanza che vive il nostro Paese indicata dal fatto che ormai metà dei cittadini non va più a votare, per la CGIL la priorità è quella di procedere ad una seria riforma elettorale.
È il momento di ribellarci alle diseguaglianze ad allo sfruttamento dell’ambiente e dell’uomo sull’uomo.
È il momento di mobilitarci tutte e tutti insieme per creare il nostro futuro.


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Volantino CGIL

ANTIFASCITI DI COSTITUZIONE

Prima della pausa estiva ricordiamo a tutte e tutti due importanti appuntamenti che segnano la storia fieramente antifascista della Fiom e della Cgil.

L’esercizio e la pratica quotidiana della Memoria sono lo strumento per evitare che le brutalità e gli orrori della dittatura fascista tornino sotto forme, magari diverse, ma cariche dello stesso odio nero verso la democrazia e le libertà Costituzionali, fuori e dentro i luoghi di lavoro.


E’ notizia di ieri che le condanne ai neo-fascisti che hanno assaltato la sede nazionale della Cgil durante la manifestazione del 9 Ottobre 2021, sono state confermate anche in Appello, con pene fino ai 6 anni di reclusione (per approfondire qui), segno inequivocabile che, purtroppo, non possiamo abbassare l’attenzione.  

25 LUGLIO: PASTASCIUTTA ANTIFASCITA 

Proseguiamo la tradizione di festeggiare la caduta del Regime di Mussolini con tantissime iniziative organizzate in collaborazione con l’ANPI in tanti comuni della città metropolitana e in diversi quartieri di Bologna.
Lista completa delle iniziative qui

Ve le segnaliamo alcune e invitiamo tutte le metalmeccaniche e i metalmeccanici a partecipare e a diffondere tra i colleghi/e in Azienda. 
Nei Volantini nella Gallery trovate i relativi Programmi e i contatti per prenotare


Il 25 luglio del 1943, a seguito della riunione del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini viene destituito e arrestato.
Si sperava che il fascismo fosse finito.
In realtà la lotta Partigiana era appena incominciata.

Dopo 21 anni terminava il governo del Partito Fascista. Il Re designò il Maresciallo dell’esercito Pietro Badoglio come nuovo capo del governo.
Nonostante la caduta del Fascismo, la guerra continuava a fianco dei tedeschi: nei giorni successivi l’arresto vi furono numerose sollevazioni popolari; il 28 luglio, a Reggio Emilia, i soldati spararono contro gli operai delle Officine Reggiane facendo 9 morti. 
La tradizione della “PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA” del 25 luglio di ogni anno, nasce dal fatto che papà Cervi, noto Antifascista della Provincia di Reggio Emilia, per festeggiare offrì a tutti i compaesani un piatto di Pastasciutta.

Papà Cervi e i sui sette figli presero parte attiva alla Resistenza.
Questi ultimi furono prelevati dai fascisti, torturati e fucilati il 28 dicembre del 1943.

Ogni anno in tutta Italia si celebra questo anniversario e sono previste migliaia di manifestazioni di “Pastasciutta Antifascista”.

2 AGOSTO: BOLOGNA 

Il 2 Agosto 1980 alle 10 e 25, nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna, affollata di turisti e di persone in partenza o di ritorno dalle vacanze, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, viene fatto esplodere causando il crollo dell’ala ovest dell’edificio. È il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra: nell’attentato rimarranno uccise 85 persone, oltre 200 saranno i feriti. 

Dopo innumerevoli tentativi di depistaggio, la matrice fascista dell’attentato è ormai verità storica. Ma ancora la verità giudiziaria è lontana dal portare giustizia alle vittime della strage, ai superstiti e alle migliaia di famiglie che in quel drammatico giorno hanno visto segnare in modo indelebile le proprie vite. 

Saremo in Piazza come Cgil per continuare a sostenere che venga fatta luce su uno degli episodi più bui della nostra storia repubblicana. 
Appuntamento ore 09:00 in Piazza Maggiore per raggiungere in Corteo la Stazione. 

Per approfondire: 

Cosa è successo il 2 Agosto 1980?

Quale fu il ruolo del sindacato nei minuti, giorni e settimane successivi alla strage?
Documentario a cura della CGIL Emilia Romagna

Scarica e Diffondi il Volantino

Appuntamento per tutte le iscritte e gli iscritti e i simpatizzanti della Cgil alle ore 09:00 in Piazza XX Settembre, per muoverci insieme in corteo verso Piazza Maggiore dove ci saranno gli interventi di delegate e delegati, pensionate e pensionati e dei tre Segretari con l’intervento del nostro Segretario Generale Maurizio Landini.

CGIL, CISL e UIL hanno deciso di avviare nei mesi di aprile e maggio una fase di mobilitazione unitaria con la realizzazione di una generalizzata campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori e con la convocazione di tre manifestazioni interregionali (Nord, Centro, Sud) che si svolgeranno a Bologna (6 maggio), Milano (13 maggio) e Napoli (20 maggio).

Nelle Fabbriche Metalmeccaniche Bolognesi abbiamo già organizzato e svolto centinaia di Assemblee, aprendo il confronto con le lavoratrici e i lavoratori sulla necessità di agitarsi che, oltre a contrastare le politiche del Governo, abbia la forza di aprire una stagione di conflittualità nelle aziende per rivendicare i giusti aumenti salariali e rinnovare tutti i contratti nazionali e aziendali.

La mobilitazione intende sostenere le richieste unitarie avanzate da CGIL, CISL e UIL e dalle Categorie nei confronti del Governo e del Sistema delle Imprese al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali, e concreti risultati in materia di:

  • Tutela dei redditi dall’inflazione ed aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati;
  • Riforma del fisco, con una forte riduzione del carico su lavoro e pensioni, maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie;
  • Potenziamento occupazionale e incremento dei finanziamenti al sistema sociosanitario pubblico per garantire il diritto universale alla salute e al sistema di istruzione e formazione, maggiore sostegno alla non autosufficienza;
  • Un mercato del lavoro inclusivo per dire no alla precarietà, orientato e garantito da investimenti, da un sistema di formazione permanente, da politiche attive, e da ammortizzatori sociali funzionali alla transizione;
  • Basta morti e infortuni sul lavoro, contrasto alle malattie professionali. Occorre ridare valore al lavoro, eliminare i subappalti a cascata e incontrollati, e portare avanti una lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato;
  • Riforma del sistema previdenziale;
  • Politiche industriali e d’investimento condivise con il mondo del lavoro per negoziare una transizione ambientale sostenibile, sociale e digitale, realizzando un nuovo modello di sviluppo con particolare attenzione al Mezzogiorno e puntando alla piena occupazione.

Per APPROFONDIRE:


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Anche a seguito del lavoro svolto in questi mesi dal Coordinamento Nazionale delle Rsu della Site Spa, si è svolta oggi a Bologna un’assemblea per informare i lavoratori e le lavoratrici circa lo stato della discussione con l’Azienda e sostenere il percorso di mobilitazione di CGIL, CISL e UIL verso la manifestazione del 6 Maggio. 


Tanti e vari sono i punti che, grazie anche all’importante lavoro di coordinamento svolto dalla Fiom Nazionale, stiamo provando ad affrontare per rendere quanto più omogenee possibile le condizioni contrattuali dei lavoratori dal sud al nord dell’Italia, attraverso un lavoro di messa in rete dei trattamenti conquistati in ogni sito con la contrattazione aziendale e l’apertura di una fase di trattativa a livello nazionale con l’Azienda. 

In particolare, per una realtà operante nel settore delle telecomunicazione, è per noi fondamentare mettere a fattor comune le situazioni, le problematiche e lo stato di discussione in essere nei vari siti e cantieri relativamente alle fasce km, al valore dei buoni pasto, all’occupazione e al contrasto alla precarietà, al Salario, al Premio di Risultato e al suo valore, a salute e sicurezza, all’inquadramento, all’orario di lavoro e alle modalità di utilizzo della cassa maltempo. 

Tutti temi che si intersecano con la mobilitazione indetta da CGIL, CISL e UIL e che dimostrano come, ancora una volta, di fronte alla emergenza salariale, all’impoverimento del welfare pubblico e all’assenza di chiare strategia di politica industriale, sia necessario unire e mobilitare i lavoratori e le lavoratrici per costruire la forza per mettere in discussione le scelte del Governo e delle Aziende.

Bologna, 20 aprile 2023

CGIL, CISL e UIL hanno deciso di avviare nei mesi di aprile e maggio una fase di mobilitazione unitaria con la realizzazione di una generalizzata campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori e con la convocazione di tre manifestazioni interregionali (Nord, Centro, Sud) che si svolgeranno a Bologna (6 maggio), Milano (13 maggio) e Napoli (20 maggio).

La mobilitazione intende sostenere le richieste unitarie avanzate da CGIL, CISL e UIL e dalle Categorie nei confronti del Governo e del Sistema delle Imprese al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali, e concreti risultati in materia di:

  • Tutela dei redditi dall’inflazione ed aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati;
  • Riforma del fisco, con una forte riduzione del carico su lavoro e pensioni, maggiore tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie;
  • Potenziamento occupazionale e incremento dei finanziamenti al sistema sociosanitario pubblico per garantire il diritto universale alla salute e al sistema di istruzione e formazione, maggiore sostegno alla non autosufficienza;
  • Un mercato del lavoro inclusivo per dire no alla precarietà, orientato e garantito da investimenti, da un sistema di formazione permanente, da politiche attive, e da ammortizzatori sociali funzionali alla transizione;
  • Basta morti e infortuni sul lavoro, contrasto alle malattie professionali. Occorre ridare valore al lavoro, eliminare i subappalti a cascata e incontrollati, e portare avanti una lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato;
  • Riforma del sistema previdenziale;
  • Politiche industriali e d’investimento condivise con il mondo del lavoro per negoziare una transizione ambientale sostenibile, sociale e digitale, realizzando un nuovo modello di sviluppo con particolare attenzione al Mezzogiorno e puntando alla piena occupazione.


Vogliamo coniugare il cambiamento del Paese e dell’Europa con il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, dei giovani e delle donne che in questi anni, anche a causa della pandemia e della guerra, sono invece peggiorate sia in Italia che in Europa.

Cambiamento per noi significa anche mettere in campo le azioni necessarie a realizzare gli investimenti e le riforme previsti dal PNRR, rafforzando un modello di governance partecipata che veda l’azione congiunta di Governo, Regioni, Enti locali e Parti sociali, per attuare i progetti e per favorire la spesa effettiva ed efficace delle risorse previste; battersi per non tornare ai vincoli europei di bilancio prepandemici; contrastare le disuguaglianze con una riforma fiscale fondata sulla progressività costituzionale; puntare sul lavoro stabile e di qualità; rilanciare un nuovo ed esteso Stato Sociale; cogliere le sfide dell’innovazione, della riconversione verde, della valorizzazione della cultura e del turismo. Cambiamento significa che il Documento di Economia e Finanza (DEF), che il governo approverà nelle prossime settimane, indichi le scelte e le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici e individui gli strumenti per superare una volta per tutte il precariato, adeguando gli organici ad una visione delle Pubbliche Amministrazioni che risponda alle necessità del Paese.

Andranno previsti, inoltre, investimenti sulla sanità, sulla scuola, sull’università e la ricerca, le risorse per una riforma strutturale delle pensioni, insieme a strumenti adeguati per favorire un’occupazione stabile e qualificata. Tutto ciò comporta relazioni sindacali forti e strutturate.

I provvedimenti che il Governo sta mettendo in campo in queste settimane non vanno in questa direzione né nel merito né per il metodo: le Organizzazioni Sindacali sono di fatto escluse da un confronto preventivo e vengono semplicemente informate delle decisioni di volta in volta assunte dal Consiglio dei Ministri.

Abbiamo scelto di dedicare la festa del 1° maggio 2023 ai 75 anni della nostra Costituzione nata dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo, perché vogliamo ottenere riforme capaci di applicare e attuare i valori ed i principi della Carta Costituzionale a partire dalla centralità del lavoro, della giustizia sociale e dell’unità del Paese.

Più in dettaglio indichiamo le proposte ed i cambiamenti che intendiamo sostenere con la mobilitazione nei luoghi di lavoro e nel Paese.

Salari e contratti
L’esplosione dei prezzi, dall’energia agli alimentari, il rialzo dei tassi dei mutui, la stagnazione dei salari negli ultimi 15 anni e le sempre maggiori difficoltà connesse a lavori discontinui o ad orario ridotto stanno generando una straordinaria emergenza per la tenuta dei redditi di lavoratori e pensionati. La redistribuzione della produttività è inadeguata anche nelle imprese che hanno alti profitti e i salari risentono negativamente anche di politiche aziendali volte al dumping contrattuale e a occultare gli utili eludendo o evadendo il fisco. I contratti collettivi nazionali di milioni di lavoratori tardano ad essere rinnovati, compresi quelli dei dipendenti pubblici. Il lavoro irregolare e precario, i tirocini extracurriculari, le false partite iva, la discontinuità lavorativa con contratti di breve durata e i part time involontari rendono povero anche chi lavora, colpendo in particolare giovani e donne. Va aperta una vertenza generale per l’aumento dei salari agendo sia sul piano della riduzione del carico fiscale e contributivo per i lavoratori sia rinnovando i contratti nazionali pubblici e privati con aumenti che recuperino il potere d’acquisto in rapporto con l’inflazione e puntino ad una crescita del valore reale dei salari. Occorre stabilire immediatamente nuove regole per la puntualità dei rinnovi contrattuali, anche ricorrendo a penalizzazioni per chi si rende responsabile dei ritardi.
La riduzione del cuneo contributivo di 5 punti fino a 35.000 euro di reddito annuo va fatta subito, e tutta a vantaggio dei lavoratori. Bisogna porre fine alla diffusione dei contratti pirata e garantire l’erga omnes dei contratti maggiormente rappresentativi e applicati. Basta con la guerra contro i poveri: in Italia, come nel resto d’Europa, è necessario un reddito di cittadinanza adeguato e dignitoso.

Politiche Industriali e Mezzogiorno
Per una crescita sostenibile servono politiche industriali e investimenti pubblici e privati, anche attraverso il pieno utilizzo delle risorse disponibili del PNRR e dei fondi di coesione sia europei che nazionali. È necessario governare in modo partecipato e condiviso la transizione digitale, green ed energetica fondata sulle rinnovabili nel rispetto degli obiettivi europei, unitamente a quella sociale, per una piena occupazione stabile e generativa delle nuove competenze richieste.

Serve investire nelle infrastrutture materiali e immateriali per sostenere in particolare il Sud, favorendo quella necessaria inversione di tendenza rispetto al rischio di una progressiva desertificazione industriale del Mezzogiorno.

Le forme di fiscalità di vantaggio e i trasferimenti/incentivi alle imprese vanno condizionati al mantenimento e alla crescita dell’occupazione in particolare per giovani e donne.

Salute e Sicurezza
Basta morti, malattie professionali e infortuni sul lavoro. Occorre ridare valore al lavoro e alla salute e sicurezza in ogni contesto lavorativo; eliminare i subappalti a cascata e incontrollati, la precarietà e l’irregolarità contrattuale; contrastare l’età avanzata nei lavori gravosi e usuranti, la mancata o inadeguata sorveglianza sanitaria sul lavoro e gli effetti sulla salute dei cambiamenti climatici; intervenire sulla scarsa – per non dire assente – tutela dei lavoratori e delle lavoratrici della c.d. giga economy.

Bisogna investire nella formazione, anche a partire dalle scuole, nei controlli, moltiplicando su tutto il territorio nazionale il numero degli ispettori e aumentando i tecnici della ASL, nella messa in rete e connessione delle banche dati pubbliche, nella medicina preventiva e di genere, nel garantire la presenza e l’esercizio del ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS/RLST). Bisogna, inoltre, sanzionare i datori di lavoro che non rispettano leggi e contratti, e collegare gli incentivi alle imprese a investimenti su salute e sicurezza.

Fisco
La legge delega di riforma fiscale, recentemente deliberata, non risponde alle richieste della Piattaforma unitaria CGIL, CISL e UIL, è velleitaria negli obiettivi di copertura, pericolosa per il rischio che gli squilibri finanziari vengano colmati attraverso una riduzione della spesa sociale, e iniqua a causa dell’obiettivo di riduzione della progressività. Il fisco è la base del patto di cittadinanza e della coesione sociale, per questo non devono essere pregiudicate le risorse necessarie per sostenere il welfare, la sanità, l’istruzione e gli investimenti pubblici. Chiediamo, sulla scorta del dettato costituzionale, una riforma fiscale redistributiva che risponda a criteri di equità, solidarietà, progressività. Siamo decisamente contrari sia alla flat tax di qualunque genere che alla riduzione del numero delle aliquote: scelte che avvantaggiano soprattutto i redditi alti e altissimi. Chiediamo di ridefinire ed ampliare la base imponibile dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) eliminando i privilegi costituiti a favore dei percettori di redditi diversi da quelli da lavoro dipendente e da pensioni, e di proseguire l’operazione di revisione di aliquote, scaglioni e detrazioni a beneficio dei redditi medi e bassi. Occorre, inoltre, restituire ai lavoratori il drenaggio fiscale (fiscal drag) che penalizza ulteriormente i già insufficienti adeguamenti salariali all’inflazione. Serve una svolta nella lotta all’evasione ed elusione fiscale utilizzando in maniera coordinata tutti gli strumenti disponibili a partire dalle banche dati digitali e dall’estensione a tappeto della fatturazione elettronica, determinando maggiore trasparenza e completa tracciabilità. Basta nuovi condoni o condoni mascherati, basta cedimenti e ambiguità sul contrasto all’evasione, basta con il fisco ingiusto e sempre a vantaggio dei più ricchi e degli evasori!
È necessario contrastare la disuguaglianza economica con misure che alzino la tassazione sulle rendite, sulle grandi ricchezze e sugli extraprofitti da indirizzare prioritariamente all’abbassamento della pressione fiscale e al welfare.

La tassazione delle imprese deve essere armonizzata a livello europeo e deve essere pienamente applicata l’imposizione sulle transazioni finanziarie ad alta frequenza.

Sanità
La sanità è in piena emergenza, se non si cambia direzione subito il sistema pubblico rischia di saltare. La pandemia ha messo in evidenza gli effetti dei tagli che si sono costantemente prodotti negli ultimi 20 anni, e anche i fondi del PNRR – con il blocco delle assunzioni – non riusciranno a garantire il rilancio della sanità pubblica. La condizione sia di medici, infermieri, operatori che dei cittadini che ne hanno bisogno non è più sostenibile. È necessario l’incremento del livello di finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale. Non è più rinviabile un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazione del personale precario, così come va garantito il rafforzamento della sanità territoriale e dei servizi di prevenzione e ospedalieri, il superamento dei divari territoriali, a partire dal Mezzogiorno.

Va sostenuta con determinazione la legge sulla non autosufficienza con risorse adeguate, anche attraverso un fondo nazionale pubblico di natura universale.

Pensioni
La legge Monti/Fornero va cancellata. È necessario riformare il sistema previdenziale per renderlo socialmente sostenibile, e approfondire la separazione tra previdenza e assistenza affinché si possa giungere ad una corretta rappresentazione della spesa pensionistica italiana della comparazione internazionale. La piattaforma di CGIL, CISL e UIL propone di estendere la flessibilità in uscita, permettendo alle lavoratrici e ai lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione, senza penalizzazioni per chi ha contributi prima del 1996, a partire dai 62 anni di età anagrafica o con 41 anni di anzianità contributiva a prescindere dall’età. È necessario valorizzare sul piano previdenziale il lavoro delle donne, il lavoro di cura, e le condizioni delle categorie più fragili (disoccupati, invalidi, caregiver). È indispensabile affermare il principio per cui “i lavori non sono tutti uguali” riconoscendo il lavoro gravoso e allargando la platea dei lavori usuranti. Per i lavoratori giovani e per i percorsi lavorativi poveri e discontinui chiediamo di introdurre la pensione contributiva di garanzia. Occorre garantire la piena tutela del potere di acquisto dei pensionati. È inoltre necessario promuovere e sostenere la previdenza complementare per favorire l’incremento dell’adesione ai fondi pensione negoziali.

Politiche per la casa
È urgente rilanciare le politiche abitative nel nostro Paese e affrontare la nuova fase di emergenza, in particolare nelle aree metropolitane e a maggiore tensione abitativa, determinata dall’aumento dei costi dell’abitazione e dalla ripresa generalizzata dell’esecuzione degli sfratti.

È quindi necessario un vero piano di edilizia residenziale pubblica, la messa a disposizione del patrimonio pubblico di abitazioni inutilizzate e il rifinanziamento dei fondi affitto e morosità incolpevoli.

CGIL, CISL E UIL INVITANO PERTANTO LE LAVORATRICI, I LAVORATORI, LE PENSIONATE, I PENSIONATI, I GIOVANI, E TUTTI I CITTADINI ALLE ASSEMBLEE NEI LUOGHI DI LAVORO E NEI TERRITORI E A PARTECIPARE ALLE TRE MANIFESTAZIONI CHE SI SVOLGERANNO
BOLOGNA (6 MAGGIO), MILANO (13 MAGGIO) E NAPOLI (20 MAGGIO)


VENERDI’ 10 FEBBRAIO QUATTRO ORE DI SCIOPERO CON MANIFESTAZIONE IN REGIONE!


Le lavoratrici e i lavoratori di Industria Italiana autobus (ex Bredamenarini) si trovano ancora una
volta al lottare per salvaguardare la continuità produttiva e i livelli occupazionali di un’azienda che,
solo sul nostro territorio, occupa circa190 Lavoratrici e Lavoratori
Occorrono quindi interventi urgenti per far ripartire la produzione e dare stabilità industriale a quella
che è l’unica azienda nazionale costruttrice di autobus. Diversamente, si rischia di perdere le
commesse già acquisite e di non investire in nuove tecnologie e nuova occupazione in un settore,
quello del trasporto pubblico, che per di più è in forte espansione.
In questi anni le Organizzazioni sindacali, le Rsu e i Lavoratori hanno denunciato la mancanza di
investimenti e una gestione non idonea al rilancio di IIA che ha portato allo stallo produttivo e
quindi all’ennesima crisi di liquidità.
Le misure adottate dall’azienda non hanno risolto la crisi e non hanno messo i lavoratori nelle
condizioni di svolgere la propria attività, creando di conseguenza un clima di forte tensione in
fabbrica.
Il riconoscimento dell’impegno e delle professionalità delle Lavoratrici e dei Lavoratori sono la base
per poter rilanciare IIA. Il Governo e i soci hanno quindi l’obbligo di individuare delle soluzioni
definitive alla crisi finanziaria e di aprire un confronto con le Organizzazioni sindacali sugli
investimenti per un reale rilancio dell’unico player nazionale a partecipazione pubblica.
A tale scopo chiediamo che tutte le Istituzioni locali (Comune di Bologna, Città Metropolitana e
Regione) di attivarsi con il Ministero delle imprese e del made in Italy al fine di convocare
urgentemente un Tavolo con azienda e organizzazioni sindacali e di rimanere a fianco delle
lavoratrici e dei lavoratori di IIA.
Per queste ragioni, e in coerenza con quanto proclamato da Fiom Fim e Uilm nazionali le
RSU di Bologna insieme a Fiom Fim e Uilm territoriali proclamano 4 ORE DI SCIOPERO
(dalle 9.00 alle 13.00) per VENERDÌ 10 FEBBRAIO 2023 e invitano tutte le lavoratrici ed i
lavoratori al corteo che partirà dai cancelli dell’Azienda e arriverà fino alla sede della
Regione.
Bologna, 07/02/2023
RSU IIA
Fiom-Cgil Bologna
Fim-Cisl AMB
Uilm-Uil Bologn