ORDINE DEL GIORNO APPROVATO ALL’UNANIMITA’ IL 2 MARZO DALLA ASSEMBLEA GENERALE DELLA FIOM DI BOLOGNA

Strage di Migranti del 26 Febbraio a Steccato di Cutro

Il 26 febbraio scorso un’imbarcazione di legno, partita quattro giorni prima da Izmir, in Turchia, si è spezzata ed è naufragata davanti alle coste calabresi, a Steccato di Cutro, vicino a Crotone. La barca trasportava almeno 170 persone: i morti recuperati finora sono 64, tra i quali numerosi bambini e un neonato.

L’Assemblea generale della FIOM di Bologna esprime cordoglio per le vittime e vicinanza ai superstiti, spesso costretti ad affrontare la tragedia della perdita dei propri cari.

L’Assemblea Generale della FIOM di Bologna esprime indignazione: riteniamo infatti che questo disastroso naufragio sia la conseguenza di precise scelte politiche operate dai governi che si sono succeduti, partendo dalla legge Bossi Fini, passando dai “decreti Salvini”, fino all’ultima legge “anti ong” firmata dal governo Meloni il 23 Febbraio scorso.

Siamo di fronte a un Governo che, a causa di questo sciagurato orientamento politico, non è stato in grado di garantire la sicurezza di 170 naufraghi all’interno delle proprie acque territoriali a pochi metri dalle proprie coste. Un Governo che nelle ultime settimane ha impedito alle ONG impegnate nei salvataggi di poter intervenire, costringendole a viaggi lunghissimi e privi di qualsiasi logica (centinaia di miglia e tanti giorni di navigazione) per poter sbarcare in porti lontani i naufraghi salvati, depotenziando nei fatti l’efficacia del loro prezioso operato.

Il Ministro degli Interni Piantedosi, commentando la tragedia del 26 Febbraio, ha dichiarato. “L’unica cosa che si può dire è che non devono partire” e “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”.

L’Assemblea Generale della FIOM di Bologna ritiene tali dichiarazioni inaccettabili e chiede le immediate dimissioni del Ministro.

Le partenze non si risolvono con il rafforzamento della protezione delle frontiere (rivelatosi, tra l’altro, del tutto inefficace), ma, come ricordava con saggezza il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rimuovendo “le cause alla base dei flussi di migranti: guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà e territori resi inospitali dal cambiamento climatico”.

Riteniamo inoltre che la disperazione che costringe donne e uomini a salire su quelle navi coi propri figli, mettendosi nelle mani di scafisti senza scrupoli, non debba essere in alcun modo oggetto di misurazione o di giudizio da parte del Ministro Piantedosi. E crediamo che la riposta migliore stia nei i versi di Warsan Shire, una giovane insegnante e poetessa britannica, nata in Kenya da genitori somali:

devi capire
che nessuno mette i figli su una barca
a meno che l’acqua non sia più sicura della terra

Siamo quindi a richiedere:

-che venga fatta chiarezza sulla tempistica e sull’efficacia delle operazioni di soccorso delle autorità italiane

-la cancellazione dei recenti provvedimenti anti ONG, duramenti criticati anche dalla commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović

-l’attivazione immediata di corridoi umanitari che consenta alle persone più vulnerabili di abbandonare le proprie terre in sicurezza, senza alimentare il terribile mercato transnazionale dei trafficanti di uomini e donne

-l’abolizione della Legge Bossi Fini, in vigore dal 2002, e il ripristino immediato di un sistema di ingresso regolare in Italia, oggi sostanzialmente inesistente

-scelte strutturali per rendere praticabile una politica di accoglienza efficace, che offra a chi arriva nel nostro Paese tutti gli strumenti per poter esprimere al meglio le proprie competenze e realizzare le proprie potenzialità.

Bologna, 2 Marzo 2023

La giornata del 1 marzo che lo scorso anno ha prodotto una straordinaria mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori migranti, ha avuto il grande merito di portare all’attenzione dell’opinione pubblica la condizione del lavoro migrante, la disparità di diritti tra lavoratrici e lavoratori migranti e italiani determinata dall’attuale legislazione sull’immigrazione, il ricatto del “contratto di soggiorno” – soprattutto nel contesto della crisi economica e finanziaria – come strumento perdividere ed indebolire il mondo del lavoro.

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